Anzi, il però sono due però.
Due questioni, due bivi, due domande che avevamo davanti.
Uno, la dimensione di scala (“lo facciamo solo nei bagni di copiaincolla?”); due, la lunghezza di respiro (“come si fa a evitare che resti una cosa estemporanea?”).
Di fronte a questi snodi abbiamo scelto le risposte che avrebbero potuto rendere il progetto più ambizioso.
Pur senza la presunzione di considerarci dei pionieri, né di credere che basti questo a risolvere il tema della parità di genere, sentivamo però l'obbligo (anzitutto verso noi stessi!) di renderlo un progetto corposo e partecipato.
Un progetto che si spingesse lontano dalla nostra sede, che raggiungesse tanti e tanti altri bagni, tante e tante altre persone.
Serviva un nome.
Serviva poi farlo diventare un brand.
E, per condurlo verso una larga diffusione, serviva renderlo attraente e conveniente, denso di significati ma altamente pratico e funzionale.
Così abbiamo creato QueiDays.
Così abbiamo sviluppato il suo design identitario e quello dei suoi distributori.
ANCHE A TE,
UOMO