Dunque cosa impedisce agli assorbenti una presenza analoga alla carta igienica?
Il maschilismo che permea la nostra cultura sociale, ereditato da secoli di culture sociali che ancora non siamo riusciti a scrollarci di dosso del tutto?
Più semplicemente l'abitudine al fatto che non ci sono e il “si è sempre fatto così”?
La superficialità? Una qualche ritrosia a pensare alle mestruazioni, a parlare di ciclo mestruale senza sciocche inibizioni, inutili timidezze?
Una certa difficoltà a non trattarlo come qualcosa di sporco che non deve entrare nella vita di un ufficio, nonostante la presenza delle donne che lo vivono e lo attraversano? Tutte queste cose insieme?
Non lo sappiamo.
Ma pazienza, cercare i motivi non ci appassionava come mettere in gioco colleghe e colleghi per iniziare a fare.
E così invece che interrogarci sulla sociologia e l'antropologia alle radici della questione, ci siamo detti “intanto noi, gli assorbenti nei bagni mettiamoceli”.
Rivoluzionari? Paladini della parità di genere? Buoni samaritani?
No. Siamo molto meno di questo.
Perché fortunatamente non siamo i primi e perché non è limitandosi ad azioni così piccole che ci si può lavare la coscienza o illudersi che poi arrivino da sé i risultati epocali.
Però c'è un però.
Così abbiamo sviluppato il suo design identitario e quello dei suoi distributori.